La Guerra delle due Rose: Enrico V, il re della Battaglia di Agincourt

In questa seconda puntata del podcast ci addentreremo maggiormente nel regno di Enrico IV d’Inghilterra per poi puntare lo sguardo sul suo figlio ed erede Enrico V d’Inghilterra, ultimo grande “sovrano guerriero” che combatté nella Guerra dei Cent’anni.

Musiche di sottofondo:

  • King Of The Fairies – March, by Vvsmusic
  • Susan, by Vvsmusic

Fonti bibliografiche:

  • Barker, Juliet (2005), Agincourt: Henry V and the Battle That Made England
  • Mortimer, Ian (2009), 1415: Henry V’s Year of Glory, London: Bodley Head.

Aggiungo alcuni micro approfondimenti che,  affrontati in puntata, l’avrebbero a mio parere appesantita eccessivamente.

Il primo riguarda la data di nascita di Enrico V,  i documenti attestano le nozze di Enrico IV e Mary de Bohun attorno al 1380-81 quando avevano rispettivamente 12 e 13 anni circa.  La data di nascita di Enrico è collocata fra il 1386 e il 1387 perchè diversi cronacotecari dell’epoca gli attribuiscono 26 o 27 anni al momento dell’ascesa al trono. In più queste due date sono perfettamente compatibili con l’età dei genitori, ormai sufficientemente “grandi” per poter vivere insieme. All’epoca infatti le coppie che venivano fatte sposare nella prima adolescenza venivano, di fatto, tenute separate fin quando la moglie non era in età utile per generare un figlio.

In puntata ho detto che la lingua di corte, per secoli, era stata il francese. Questo per amore di semplicità, tuttavia occorre precisare che NON era il francese odierno, ma una lingua diversa chiamata anglo-normanna, appartenente alla famiglia della lingua d’oïl (e dunque di chiara ascendenza francese). L’anglo-normanno era la lingua del re, dei cortigiani e dell’aristocrazia in generale.  Edoardo I e suo figlio Edoardo II furono fra i primi sovrani a parlare l’inglese, sebbene di lingua madre anglo-normanna ed Enrico V fu il primo re a prestare il proprio giuramento in inglese.

Mi sono anche resa conto che,  per non appesantire e rendere poco chiaro il discorso che stavo affrontando ho semplificato, forse eccessivamente, l’omaggio feudale che merita qualche parola in più. Quello richiesto a Edoardo III era davvero un atto che di pratico aveva ben poco se non una simbolica offerta di denaro o beni, ma qualora la sottomissione fosse stata ottenuta con la forza l’omaggio diveniva qualcosa di assai ostico. In questi casi potevano essere richieste formule di sottomissione o offerte che simboleggiassero effettivamente i possedimenti acquisiti che meglio mostrassero l’effettiva superiorità del nuovo signore. L’omaggio poteva essere sia reiterato a date prefissate, era il caso dei re inglesi, o avvenire “una tantum”. La cerimonia prevedeva che il sottomesso si inginocchiasse a mani giunte di fronte al più potente signore mettendo le mani nelle mani mentre veniva pronunciato il giuramento di rito.

 

Per amore di precisione infine definisco meglio la data in cui l’Aquitania entrò nell’orbita inglese, era il 1152, quindi circa due secoli e mezzo prima dell’ascesa al trono di Enrico V.