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Speciale estate 2022: il museo di Punta Linke

Il piccolissimo ma affascinante museo più alto d’Europa

Nell’episodio 20 del podcast (“La Grande Guerra nell’Alta Val di Sole”) avevamo accennato al museo di Punta Linke, situato a oltre 3600 metri di quota nel gruppo dell’Ortles-Cevedale. In questo speciale estivo ve lo mostriamo in video.

(Per vederlo su Youtube potete usare il link diretto)

Musica di sottofondo: “The Secret Kingdom” di Grégoire Lourme.

Dove si trova il museo di Punta Linke


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Speciale estate 2021: il “Sass de le crosete” e il “Sass de la monaca” a Pejo (TN)

Due testimonianze del paganesimo e della stregoneria nell’alta Val di Sole.

Durante le vacanze estive in Val di Sole abbiamo visitato il Museo delle Streghe di Pejo e i luoghi dei dintorni dove persistono tracce del passato pagano della valle. Purtroppo, essendo inesperti nell’arte della registrazione video in esterni, abbiamo dovuto buttare via una parte significativa del materiale in quanto l’audio era pressoché inascoltabile.
Si sono salvate soltanto le parti relative al “Sass de le crosete ” e al “Sass de la monaca”, che qui vi presentiamo.

(Per vederlo su Youtube potete usare il link diretto)

00:00 Sigla
00:19 Introduzione
01:45 Sass de le crosete
04:04 Sass de la monaca
08:03 Titoli di coda

Musiche di sottofondo:

Come trovare il Sass de le crosete


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Come trovare il Sass de la monaca


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Speciale estivo: Forte Velon e forte Barbadifior (video a 360°)

Una breve visita alle rovine di Forte Velon a Vermiglio e forte Barbadifior a Pejo (TN), in due video a 360°.

Quest’anno il nostro speciale è stato un po’ diverso dal solito, ci siamo cimentati nel girare un paio di video in due forti di cui vi abbiamo parlato diversi anni fa nella puntata estiva dedicata alla Grande Guerra in Val di Sole. Abbiamo pensato che mostrare un luogo potesse essere un modo diverso di raccontare la storia, speriamo che vi piaccia. Nei video ripercorriamo le vicende dei forti, il periodo in cui funzionarono e gli avvenimenti a loro strettamente collegati.

Forte Velon

(se il video non viene visualizzato correttamente a 360 gradi provate a guardarlo direttamente su youtube)

Musica di sottofondo: “Agnus Dei” di Giovanni Animuccia, dalla “Missa Victimae Paschali Laudes”; cantato da The Tudor Consort.

Forte Barbadifior

(se il video non viene visualizzato correttamente a 360 gradi provate a guardarlo direttamente su youtube)

Alla fine del secondo filmato Anna Lisa promette un nuovo video dai monti del Tonale: purtroppo il tempo è stato inclemente e non siamo riusciti a realizzare questo terzo video. Sarà per l’anno prossimo!

Per ulteriori informazioni sulla Guerra Bianca potete ascoltare la puntata del podcast La Grande Guerra nell’alta Val di Sole.

Questi due video sono un esperimento; non ne abbiamo mai realizzati prima. Quindi vi preghiamo di perdonare l’audio scadente, le immagini traballanti e la testona dell’operatore 🙂 (in particolare nel secondo).

Immagini di Forte Velon
Una vista dell’interno del forte.
L’entrata al piano inferiore (impraticabile).
Un’altra vista dell’interno del forte.
Immagini di forte Barbadifior
Forte Barbadifior nell’estate 2020
Come trovare Forte Velon


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Come trovare Forte Barbadifior


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Donne fra stregoneria e santità

Spesso il nostro podcast si è occupato di donne, questa volta non ci siamo soffermati su una o più figure particolarmente note, ma abbiamo fatto una puntata-riflessione sulla condizione femminile e sul suo rapporto fra santità e stregoneria.

Non occorre andare troppo indietro per tornare a tempi in cui le donne erano considerate “inferiori” (il delitto d’onore è stato abolito non tantissimi anni fa e la “fuitina,” ancora negli anni sessanta, era spesso un comodo modo per dire “stupro” senza pagarne il prezzo). Per molti secoli le donne sono state incatenate, imbavagliate, vendute, private di ogni diritto legale o civile che fosse (quando, a dire il vero, del “diritto” esisteva a mala pena la nozione); a una donna restavano poche scelte: o viveva la vita che la società aveva preparato per lei o, in un qualche modo, se ne tirava fuori. Due categorie hanno scelto di rompere, a modo loro, le barriere: le sante e le streghe.

Coloro che abbracciavano la via della santità si tiravano fuori da matrimonio e maternità, si autoesiliavano spesso dal mondo tentatore, si fustigavano  per pagare il dazio del nostro peccato di nascita, si privavano del cibo per fare penitenza, ma in definitiva erano libere. Cambiavano catene imposte con altre che si erano scelte da sole e, in un mondo dove le donne non avevano scelta, era cosa non da poco. Spesso sotto l’occhio dell’Inquisizione (curiosamente furono più spesso le sante dei santi ad essere inquisite) vissero una vita dura, tribolata, spose di Nostro Signore Gesù Cristo, che avevano abbracciato liberamente e spesso contro il parere della famiglia.

Nel rovescio della medaglia troviamo le streghe, spesso donne nate con un marchio sociale imposto già alla nascita (una famiglia problematica, una qualche particolarità fisica…) e in contesti poveri, spesso lasciate sole a sbarcare il lunario, altrettanto spesso custodi di saperi antichi e, in definitiva, le figure perfette su cui poter posare gli occhi e pensare “è una strega”; e se tutti lo pensavano perché non esserlo? Perché non dare alle proprie fatiche, dolori, pericoli, sofferenze il sapore del potere derivante dall’essere una strega? Perché non essere colei che salva o  maledice i raccolti e le greggi? Se proprio si doveva essere una outsider tanto valeva farlo secondo le proprie regole e convinzioni.  Spesso ambasciatrici di un paganesimo che andava morendo, soffocato dal cattolicesimo, le streghe andarono incontro al rogo o alla ruota pur di vivere libere dalle catene della società. Anche loro scelsero catene diverse, ma proprie, con cui vivere la vita.

Che guarissero o uccidessero, che salvassero o dannassero, che vedessero il Cristo che mostrava loro ammiccante il costato o che credessero di far l’amore col Diavolo, che pensassero di volare o di levitare poco importa; furono, comunque, vittime di una società che di donne dotate di un minimo di indipendenza non ne voleva sapere. Sorelle nel loro martirio, vissero e morirono, se non altro, a modo loro.


Fonti bibliografiche:
  • “Sante medichesse e streghe nell’arco alpino; atti del Convegno Università Popolare Val Camonica-Sebino 24-25 aprile 1993”, a cura di Roberto Andrea Lorenzi, Praxis 3, 1994.
  • Massimo Prevideprato, “Le streghe del Tonale”, editrice S.Marco, 1976
  • “Ci chiamavano streghe – la caccia alle streghe nelle valli alpine e in Italia nei secoli XVI e XVII; atti del convegno ‘Incontri Tra/Montani’ edizione XVIII”, Edizioni Giuseppe Laterza, 2008.
Musiche di sottofondo utilizzate in questo episodio:
  • Una notte sul monte Calvo” di Modest Mussorgsky, interpretato dalla Skidmore College Orchestra diretta da Anthony Holland (brano in pubblico dominio);
  • Susan” di Vvsmusic, per la parte dei ringraziamenti (licenza creative commons);
  • Hyperfun” di Kevin MacLeod (incompetech.com) per le papere finali (licenza creative commons).
Immagine di copertina:

Depart pour le Sabbat” (1910), di Albert Joseph Pénot. Fonte: Wikimedia Commons.


Foto scattate durante la registrazione:
Registrazione dal vivo a Pejo (1 di 3)
Registrazione dal vivo a Pejo (1 di 3)
Registrazione dal vivo a Pejo (2 di 3)
Registrazione dal vivo a Pejo (2 di 3)
Registrazione dal vivo a Pejo (3 di 3)
Registrazione dal vivo a Pejo (3 di 3)

Le foto sono di Alessandro Cabrini.

Jacopo Aconcio: il teologo della tolleranza

La figura di un filosofo poco noto ma dal pensiero stranamente moderno, lucido, ed aperto.

Quando siamo arrivati a casa, in Val di Sole, avevamo in testa un’altra puntata, poi, appena arrivati la figura di Jacopo Aconcio è arrivata alla nostra attenzione. Nessuno di noi due lo conosceva, ma siamo rimasti colpiti dal suo pensiero, tanto che abbiamo deciso di abbandonare l’idea originaria e fare una puntata su di lui.

Il pensiero di quest’uomo poliedrico, complesso ed interessante merita di essere approfondito, speriamo di esserci riusciti nel modo giusto.  Lo studio della filosofia me lo sono lasciato alle spalle quasi vent’anni fa e approcciarsi di nuovo allo studio del pensiero ha richiesto un certo “riambientamento” da parte mia non tanto per la sua difficoltà, quanto piuttosto per l’interiorizzazione dei suoi contenuti, passaggio necessario per renderlo comprensibile attraverso le mie parole.

Ad Ossana, paese natale di Jacopo o della sua famiglia, si trova, al limitare della piazza, una  piccola via a lui dedicata a poche centinaia di metri dal Castello di San Michele che, al tempo di Jacopo, era ancora vivo e vitale.

Una piccola precisazione, al tempo di Jacopo l’Imperatore era Ferdinando I, fratello di Carlo V, questi abdicando passò proprio a Ferdinando la corona imperiale mentre il figlio Filippo prese quella di Spagna. Filippo non governò mai quindi il Sacro Romano Impero, ma rimase una figura di grande rilievo nella sua famiglia che alla corona imperiale era legata strettamente. Nel podcast si può avere l’impressione che l’Impero fosse diviso in due politicamente, la divisione era invece religiosa e la parte spagnola, benché fuori dal governo formale aveva ancora gran voce in capitolo. Andando a braccio a volte mi esprimo dando per scontate delle cose e me ne accorgo solo quando andiamo in fase di montaggio. Me ne scuso.

Infine un lapsus, di nuovo emerso in fase di montaggio, ovviamente a Maria non succedette Elisabetta II che avrebbe ora ben 450 e passa anni, ma Elisabetta I.

Ringraziamo la Biblioteca di Ossana per il materiale che ci ha gentilmente procurato e per il tempo dedicatoci.


Fonti bibliografiche:
  • “Storia di una doppia censura, gli Stratagemmi di Satana di Jacopo Aconcio nell’Europa del seicento”, di Giorgio Caravale, Edizioni della Normale 2013.
  • Articolo sulla biografia e sul pensiero di Jacopo Aconcio a cura di Oscar Andreis.
Musiche di sottofondo utilizzate in questo episodio:
  • Stabat Mater” di Domenico Scarlatti, interpretato da The Tudor Consort;
  • Susan” di Vvsmusic, per la parte dei ringraziamenti;
  • Hyperfun” di Kevin MacLeod (incompetech.com) per i bloopers finali.

Tutti i brani sono distribuiti sotto licenza Creative Commons.


Foto scattate durante la registrazione: